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martedì 14 marzo 2023

Blended Learning, facciamo chiarezza...

Parliamo di Blended Learning per fare chiarezza su una modalità preziosa per ogni percorso formativo, spesso purtroppo mal praticata...

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Come è noto, un corso può definirsi  “blended” quando è svolto in ambienti di apprendimento diversi, quando accanto a seminari o lezioni e attività formative tradizionali ci sono anche momenti di apprendimento online. Abbiamo assistito, negli ultimi anni, a una formula ibrida (definita erroneamente "blended") in cui la lezione viene svolta in aula e trasmessa in streaming (a volte registrata) a una parte di studenti collegati a distanza. Questa formula, che è stata adottata come compromesso e poi tenuta anche per tutto il periodo delle chiusure dovute alla pandemia, è in realtà da adottare solo in casi estremi di emergenza, poiché assolutamente inefficace e contraria ai requisiti fondamentali di una buona didattica e formazione online, viene meno infatti l'interazione, fulcro del processo formativo, soprattutto online.Vedremo meglio questo aspetto, poiché quando si parla di interazione non si intende solo quella in real time, ma anche e soprattutto in modalità differita.

Il corsista è il vero protagonista del “blended learning”, è infatti possibile realizzare sistemi didattici che si adeguano alle sue necessità, aspetto difficile da realizzare nell’attività ordinaria in aula. La figura del discente, infatti,  non è più rappresentata  solo da adolescenti o studenti universitari, ma anche da lavoratori o professionisti  impossibilitati a seguire corsi e lezioni in presenza prediligendo modalità non esclusivamente tradizionali.

Esistono differenti modelli di blended learning[1] , il Clayton Christensen Institute ne elenca quattro:

Modello Rotazione:  consente ai corsisti di fare formazione presenziale con i loro docenti, per poi passare al lavoro online;  nei corsi multidisciplinari, come quelli scolastici, permette agli studenti di avere degli incontri in presenza con gli insegnanti per alcune discipline e svolgere online le materie in cui magari sono più forti (o anche dei singoli argomenti). Si evidenzia, in questa modalità, proprio la necessità di un coordinamento efficace: il discente “ruota” sì, ma sempre su un programma prefissato o stabilito dal docente, tra diverse modalità di apprendimento, almeno una  delle quali  deve essere online. Le attività presenziali possono essere strutturate in piccoli gruppi, per classi, progetti di gruppo, tutoring individuale, ecc…

 Il Modello di Rotazione si suddivide in 4 sottocategorie:

  1. Station Rotation (Rotazione per tappe/fasi): differisce dal sistema di rotazione individuale, perché gi corsisti possono ruotare tra varie tappe di apprendimento, di cui almeno una online, andando oltre  la programmazione stabilita.
  2. Lab Rotation (Rotazione con laboratorio): il corsista ruota nelle attività didattiche, come per la precedente modalità, svolgendo attività di laboratorio nella tappa online.
  3. Flipped Classroom (Classe Capovolta):  il corsista nell’apprendimento online si gestisce  in modo autonomo; in seguito si confronta in presenza con il docente.  In sostanza, la prima parte di apprendimento avviene in modo autonomo, per poi ribaltare  la modalità tradizionale secondo la quale lo studio  viene svolto dopo la spiegazione o l’attività in aula.
  4. Individual Rotation (Rotazione individuale):  ogni  corsista ha un programma individualizzato e non deve necessariamente ruotare per ogni tappa o modalità disponibile; è l’insegnante che programma le tappe di apprendimento del singolo studente in base alle esigenze didattiche personali.

Flex model (Modello flessibile): il formatore agisce come facilitatore, assegnando minor importanza alla valutazione. E' un modello utilizzato  per corsisti con problemi di frequenza. Il corso si svolge in gran parte online e in misura minore in presenza, in base a programmi molto flessibili (attività di gruppo, tutoraggi individuali, piccoli gruppi, ecc...).  Si tratta di un modello particolarmente adatto per recuperi, attività didattiche extra, finalizzate a  maturare crediti formativi.
Modello “à  la carte”:  si svolge interamente online, ma come attività che si  che si affianca al corso in presenza. Si svolge in modo complementare rispetto ai corsi presenziali (in altre parole, il corso è interamente online, ma non lo è l’intero percorso formativo).
Enriched Virtual model (Modello Virtuale arricchito o potenziato): si svolge prevalentemente online. Di solito, c'è la possibilità di relazionarsi con un formatore del corso o un tutor prima e durante il percorso didattico,  per questioni tecniche o relative ai contenuti. Consente ai corsisti di  completare alcuni corsi totalmente online, pur integrandoli con sessioni in presenza,  l’apprendimento di persona con il docente è una componente obbligatoria[2].

Sempre sulla modalità “blended”, esistono ulteriori le classificazioni come è normale che sia, trattandosi di un sistema mutevole, che si adatta con elasticità alle esigenze e ai tempi, è qui la  forza dell’e-learning.

E- learning industry, a differenza del Clayton Christensen Institute, ne individua  ben 6: al  Flex Rotation, aggiunge i modelli che illustriamo di seguito (che in realtà per molti aspetti sono simili ai precedenti, ma denominati in modo diverso).

Face to Face (Faccia a faccia): funziona bene quando i corsisti possiedono diversi livelli, in modo da differenziare i percorsi e consentire ad ognuno di raggiungere obiettivi diversificati in tempi vari. È il modello ideale per percorsi individualizzati.

On line lab school (Scuola laboratorio online), totalmente online è  utilizzato con corsisti che hanno bisogno di flessibilità nella formazione, che vogliono progredire a un ritmo più veloce o magari più lento rispetto alla programmazione tradizionale, non prevede docenti qualificati, ma tutor che seguono il percorso formativo.

Self-blend prevede dei corsi online su argomenti già svolti in presenza; offre quindi  la possibilità di un apprendimento aggiuntivo e personalizzato, approfondimenti, integrazioni ecc...  È indicato per corsisti che vogliono conseguire risultati o crediti più elevati oppure che sono più  autonomi nello studio.

On line driver è l'esatto opposto di un corso in presenza, i corsisti lavorano e ricevono tutte le istruzioni tramite piattaforme online. È data però la possibilità di confrontarsi con un docente o tutor, prima o durante il percorso formativo.

Come si potrà osservare, pur nelle numerose forme e modalità su illustrate, niente somiglia, nemmeno lontanamente, a quanto posto in essere nell’anno scolastico 2020/21 e successivi, nelle scuole ma anche in università e aziende: la cosiddetta modalità mista. Frutto di una totale mancanza di conoscenza della materia, è stata attuata tenendo metà corsisti in classe e l’altra metà a casa, collegati tra loro via internet, simultaneamente. Non ci stancheremo mai di ribadire l’inefficacia di questa modalità,  la formazione online non è apprendimento passivo: tenere una webcam fissa che riprende una lezione in classe perché la segua chi è a casa è un assurdo che non può aver seguito, ma rappresenta solo una soluzione provvisoria e di emergenza!

Purtroppo, l’equivoco che si è creato in  conseguenza alla pessima applicazione della modalità mista, ha arrecato un grave pregiudizio a tutto l’ambito della didattica online, portando a ritenerla inefficace. La modalità mista, invece, può essere il futuro della formazione. Al di là dei modelli standard su illustrati, ogni realtà può formulare il proprio modello, differenziandolo per corso, per necessità del momento, per ottimizzazione della gestione, perfezionandolo anche in base al feedback raccolto sul campo. Un esempio?
Si può formulare un percorso formativo in cui si dispongano delle lezioni asincrone (video, slides, pdf ecc...) con test di verifica e possibilità di interazione con un tutor; aggiungervi poi incontri di potenziamento in aula virtuale (modalità sincrona) e un incontro finale in presenza. Ma è solo uno tra le molteplici possibilità offerte, il suggerimento è sempre porre attenzione al feedback e perfezionare il percorso in itinere.
Buon lavoro!

(R. Biganzoli)

[1] https://www.dyndevice.com/it/news/6-modelli-di-formazione-ELN-134/

[2] Liberamente tradotto da https://www.christenseninstitute.org/blended-learning-definitions-and-models/
Maggiori approfondimenti nel libro LA DIDATTICA ONLINE NELLA SCUOLA DEL FUTURO. TRA INNOVAZIONE, FORMAZIONE, INCLUSIONE
( R. Biganzoli - R. Castrignanò - prefazione di Mario Castoldi) Armando Editore 

 

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